"Chi scrive durante la malattia non sempre sa perché lo fa, ma la scrittura, sempre autobiografica, sembra rispondere ad un bisogno urgente di rimettere insieme elementi e ricordi dell'esistenza"
(Duccio Demetrio, Raccontarsi, l'autobiografia come cura di sé, Ed. Cortina)

LA SCRITTURA TERAPEUTICA

di Marina Duccillo

“Qualcosa sgocciola dal nostro interno e si fa inchiostro”

La mia passione per la scrittura mi ha condotto prima all’incontro casuale poi alla ricerca e all’approfondimento dell’aspetto terapeutico di questo potente mezzo che chiamiamo scrittura. Un’esperienza a noi comune, certamente anche la mia: la scrittura autobiografica durante la malattia vista come mezzo di conoscenza di sé e parte della cura, come una sorta di contributo all’insieme di fattori che concorrono in un percorso verso il benessere.

“Affinché il pensiero divenga distinto, è necessario che si sparpagli in parole;

non ci accorgiamo bene di ciò che abbiamo nello spirito finché non prendiamo
un foglio di carta e allineiamo uno accanto all’altro i termini che prima si compenetravano”.

(Henri Bergson)


La scrittura è un viaggio interiore che ci offre la possibilità di ascoltarci e di conoscerci meglio.

Tornare e ripercorrere un passato significa entrare nuovamente nelle sensazioni, nelle emozioni di allora. Significa entrare in un mondo che ci siamo taciuti per lungo tempo perché riprendere la propria storia in toto significa farne parte di nuovo risentendo quelle emozioni, quei sentimenti che ci sono appartenuti e che per lungo tempo ci siamo negati.

É più economico di qualunque farmaco: il costo di carta e penna; la mancanza di una casa farmaceutica promotrice è forse parte del motivo per cui i suoi benefici sono così poco conosciuti.

Scrivere è ricercare e fare i conti con la propria coscienza e diviene lo strumento che ci guida nel percorso di riparazione, infatti permette di scaricare energia sottraendola alla sofferenza.

Il nostro obiettivo non è  fare letteratura bensì fermare i pensieri per poi tentare di comprenderli, pensieri che altrimenti parrebbero inafferrabili. Per noi la scrittura è un mezzo, uno strumento. Il ricordo consente alla memoria un cammino a ritroso, ricordare stimola la correzione di un evento doloroso, che recuperato lentamente attraverso la parola e la frase, si libera del suo silenzio interiore.

Non si può fuggire a lungo la sofferenza, gli ostacoli della vita, perché questi prendono forme diverse e sedimentano nei nostri corpi portando via tutte le energie feconde, minando il nostro sistema immunitario. Il corpo come sede della vita non è mai disgiunto dal percorso attivo della mente e solo imparando a liberare la mente dai sentimenti negativi, come la rabbia, il rancore, riusciamo a liberare il nostro corpo dall’aggressione di malattie

Sono iscritta alla newsletter che leggo regolarmente della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, per motivi di distanza e difficoltà organizzative non vi partecipo ma ho letto vari scritti di Duccio Demetrio, il fondatore  e uno dei suoi libri “PERCHE AMIAMO SCRIVERE”

 … Nel momento in cui la società di massa è diventata una società dove le vicende personali, intime, sentimentali hanno un peso e una risonanza considerevole, la scrittura si è trovata a esserne il mezzo d’elezione. È riuscita a cambiare qualcosa nelle nostre vite, non soltanto per le esigenze comunicative. Ha incentivato forme di condivisione in rete e non solo per le gratificazioni narcisistiche rinfacciate ai suoi utilizzatori. Come si rimprovera ai blog o a facebook, meno a twitter. Si è scoperto che è facile pubblicare in proprio un libro di poesie… Ci si accorge che quanto nasce dalla rete invoglia a riprendere una penna in mano e a seguire un corso di scrittura.Il libro: Si scrive spesso, e controvoglia, per necessità e per dovere. A volte lo si fa invece per puro piacere, per l’impulso di addentrarsi nella felicità o nel male di vivere, per fissare ricordi o perché si scopre che scrivere di sé allevia il dolore, rinsalda l’amicizia e dà forza. Scrivere è lasciare traccia, è abbandonarsi alla grazia della sensibilità poetica...

10 Mountains 10 Years

il mio commento

di Marina Duccillo

Un grande progetto, coinvolgente, emozionante, raccontato in un toccante film-documentario che sta girando il mondo con l’ambizioso ma realistico e desiderato obiettivo di sconfiggere definitivamente le malattie di Alzheimer e di Parkinson.

Un gruppo di persone comuni decide di scalare le 10 vette più famose del mondo in 10 anni; il progetto è iniziato nel 2006; non sono scalatori professionisti ma semplici amanti della montagna e delle sfide, con una volontà tale da affrontare l’impresa motivati soltanto dal comune obiettivo e sostenuti unicamente dal proprio coraggio.

L’obiettivo non è quello di scalare le montagne ma di migliorare l’uomo.

L’ideatore, protagonista e promotore dell’iniziativa, si chiama Enzo Simone. Di origine italiana, vive negli Stati Uniti. A sua madre fu diagnosticata la malattia di Alzheimer, in seguito suo suocero si ammalò di Parkinson. Egli pensò: - Se stiamo fermi senza fare nulla, certamente non cambierà nulla! Sono sicuro di una cosa: vado nella direzione giusta, questa guerra non fa prigionieri, vuole anzi liberarli.  – Decise perciò di attivarsi, cominciarono in due. Mai avrebbe immaginato di diventare un attivista e di conoscere tante persone meravigliose, di ottenere i successi che sta avendo.

Suoi modelli ispiratori: Michelangelo e Leonardo, persone semplici ma dal talento eccezionale, valorizzato nei secoli e universalmente riconosciuto.

Da tutto ciò, l’idea e la realizzazione di un film.

Cosa spinge un gruppo di persone comuni ad attraversare mezzo mondo per scalare il "tetto d'Africa"?

Cosa spinge Anne Hathaway a offrire la sua voce per narrare questa avventura?

Cosa spinge Bruce Springsteen a offrire una sua canzone per la colonna sonora del film?

Cosa spinge Enzo Simone a viaggiare dagli USA fino in Europa per vedere il film insieme a tutti noi?

“10 mountains 10 years” è un film-documentario che racconta l'epica avventura dell'alpinista Enzo Simone e del suo team.

Descrive il loro viaggio alla conquista di 10 delle vette più emblematiche del mondo con lo scopo di informare e raccogliere fondi per la ricerca sull'Alzheimer e sul Parkinson.

Il film racconta il viaggio sul monte Kilimanjaro e ci rivela le ragioni che muovono un gruppo di straordinarie persone qualsiasi ad affrontare un colosso di quasi 6.000 metri d’altitudine.

Con la regia di Jennifer Yee, impreziosito dalla narrazione dell’attrice Anne Hathaway e dalla musica di Bruce Springsteen, questo emotivo racconto non lascia indifferente lo spettatore e aiuta a comprendere le difficoltà quotidiane delle persone affette dalla malattia di Parkinson o di Alzheimer e dei loro cari che gli sono vicini.

A dire il vero, i veri protagonisti di questo film sono proprio le persone che debbono scalare una montagna ogni giorno a causa di una di queste malattie.

Nel 2010 “10 mountains 10 years” ha partecipato a una dozzina di festival cinematografici in altrettanti stati degli USA ricevendo molteplici riconoscimenti.

In ottobre del 2011 una tournée europea lo ha portato in Italia.

Ho assistito alla proiezione e conosciuto il protagonista e gli organizzatori durante la tappa romana del tour. In segno di ammirazione e riconoscenza, ho voluto dare il mio piccolo contributo alla diffusione del progetto con una mia composizione in rima (nella duplice versione linguistica italiano/inglese).

L'UNDICESIMA MONTAGNA

Ho impresso nella mente quel preciso momento 

che cambiò il mio destino solo pochi anni fa,

la più ovvia reazione di sconforto e sgomento

lasciò spazio pian piano a una più forte volontà.

 

Con sincerità ripeto in ogni angolo del mondo:

- neanche io, come voi tutti, avrei scelto questa via-

ma sentivo chiaramente, come spinta dal profondo,

che la strada che si apriva oramai era la mia.

 

Mai avrei immaginato che la mia creatività

e quel sogno di imitare Michelangelo e Leonardo

si sarebbero svegliati con idee e attività

ai piedi di note montagne divenute il mio traguardo.

 

In quest'avventura la gente qualunque

accompagnata dal proprio coraggio

pronta a salire e andare dovunque

dà inizio al progetto di un insolito viaggio.

 

10 montagne 10 anni, il nome del mondiale progetto,

che vi invito ad osservare sotto un diverso e nuovo aspetto.

 

La fatica quotidiana è la scalata di ogni giorno

per chi mai guarisce e soffre con il corpo o con la mente;

non sei solo in questa lotta se un istante guardi intorno,

contro le due malattie si vuol vincere totalmente.

 

Verso la vetta che rappresenta la sconfitta definitiva

di malattie così diffuse ancora senza guarigione

aderisco volentieri alla grande iniziativa

con la mia penna e con voi scalerò una montagna chiamata emozione.

 

Marina Duccillo

10 ottobre 2011

 

Following my Path (dedicata a Enzo Simone)

 

That moment always in my mind,

it changed my destiny all at once;

what I felt is not difficult to find:

it was an opportunity and more than one chance.

 

As you can imagine, I didn't choose that way,

anyway I was called to follow my own path,

the same as Michelangelo and Leonardo, I used to say,

my goal came out and everyone is called to have a part.

 

"The Regulars", you know, is the name of the group,

they're ordinary people, together with their dream,

performing their own life, they're recorded by a troupe,

10 mountains 10 years is the project of the team.

 

Against disease we're fighting, with pain, day by day,

climbing a personal mountain as longer as we can;

finally on the top we feel everything's ok:

we love the deepest meaning of that symbolic number ten.

 

Your wonderful idea I'm joining with my heart,

I'm not a famous climber, another is my art:

few rhymes, lots of emotions I write with my blue pen,

I'm starting, here and now, to love that number ten.

 

Enzo Simone  Ciao Marina, This amazing writing. I read the Italian and the English version and they are both great! Thanks so much for being in Rome with us. I know that you have the drive to compose the words needed to inspire people to action. This is a battle which needs soldiers and you could inspire them to join us in raising awareness to cure this once and for all!

14 ottobre alle ore 0.28 ·

Enzo Simone That's it! Marina you did an amazing job with this! Thank you so much for coming to watch the film with us, and then being moved enough to go back home and create such an amazing piece of writing! Thank you!

È uscito il  DVD ufficiale di 10 montagne 10 anni su Amazon disponibile in tutto il mondo a tutti! Perfetto tempismo per vacanza shopping e regali di Natale e Hanukkah 

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